Scale Antincendio: Dettagli Costruttivi

Le scale di sicurezza o antincendio si costruiscono impiegando materiali incombustibili, quali tipicamente “ferro”, “acciaio” ed alluminio.

Nel seguito si farà riferimento alle sole scale in “ferro”, poiché sono quelle di impiego più comune.

Da un punto di vista strutturale sono composte da:

• due, quattro o sei colonne (a seconda della tipologia di scala di emergenza più adatta: i) scala di sicurezza a due montanti, ii) scala di sicurezza a quattro montanti, iii) scala di sicurezza a sei montanti) in profilati del tipo ad ali larghe (HE);
• traversi in profilati ad ali larghe (HE) o ad ali strette (IPE);
• cosciali in profilati UPN o lamiere pressopiegate sagomate a “C” o ad “U”;
• gradini e pianerottoli i) in grigliato elettrosaldato, per uso privato (piatto 25x2, maglia 15x76) o pubblico (piatto 30x2, maglia 15x76), aventi rompi-visuale frontale, o ii) in rete stirata antiscivolo, salvatacco e antipanico, oppure ancora iii) in lamiera pressopiegata antiscivolo, salvatacco e antipanico;
• parapetti, H. 100 ÷ 110 cm, del tipo standard industriale (fermapiede H. 15 cm, n. 1 battiginocchio, corrimano in tubo tondo), per uso privato, o con tondini verticali inattraversabili da una sfera di diametro 10 cm, per uso pubblico. La verifica di quest’ultimo requisito si può ottenere anche per mezzo di lamiere microforate, piuttosto che di grigliati elettrosaldati.

I vari elementi strutturali risultano tra loro collegati mediante unioni bullonate caratterizzate dall’impiego di viti T.E. 8.8 UNI 5739 M12 e M16 ZN, doppie rondelle semplici UNI 6592 M12 e M16 ZN e dadi esagonali medi UNI 5588 M12 e M16 ZN.

In quanto alla finitura delle superfici si è soliti ricorrere al trattamento di zincatura a caldo, o, addirittura, all’applicazione di un sistema duplex, il quale è costituito da una verniciatura eseguita sulla superficie dell’acciaio zincato a caldo. Quest’associazione dei due sistemi protettivi (attivo e passivo), con la scelta della vernice più adatta, è utilizzata, oltre che per una banale motivazione di ordine estetico, anche per incrementare la resistenza alla corrosione anche quando si debba contrastare un ambiente particolarmente aggressivo.

Infine, una considerazione particolare merita il collegamento colonna-fondazione. Dal punto di vita tecnologico il collegamento viene eseguito annegando preliminarmente nella fondazione in cemento armato il cestello formato dai tirafondi e dalle dime (piastre o profili che tengono in posizione i tirafondi stessi); successivamente il pilastro in “ferro” con alla base già saldata la piastra forata e irrigidita viene calato sui tirafondi e messo a “piombo” mediante dei dadi di registro disposti sotto la piastra; una volta che il pilastro è posizionato viene fissato con dei controdadi disposti sopra la piastra. La piastra viene resa solidale con la fondazione mediante sigillatura con malta espansiva.